Località termali attiveEmilia Romagna

Sassuolo MO – Terme dalla Salvarola

I primi insediamenti umani nel territorio si fanno risalire all’età del bronzo, quando la popolazione dei “terramare”, provenienti da oltralpe ma insediatisi con palafitte sul Garda, si espande nella Pianura Padana, fino al Reno, diventando la più antica e popolosa civiltà padana. Un insediamento terramaricolo è stato ritrovato nei pressi di Pontenuovo, frazione di Sassuolo. La loro civiltà terminò intorno al 1100 a.C. e, successivamente, intorno al VI sec. a.C. furono gli Etruschi che popolarono queste zone al fine di creare rotte commerciali attrezzate e sicure con l’Europa transalpina. Non mancava la presenza anche di popolazioni liguri.
Nel IV secolo a.C. , dopo le invasioni celtiche nel nord Italia, si insediarono tribù di Galli Boi e, successivamente, i Romani (183 a.C.) che imposero la latinizzazione della lingua locale in sostituzione della celtica, creando le lingue gallo-italiche (i dialetti del nord Italia) di cui il dialetto sassolese, e più in generale l’emiliano, il lombardo, il piemontese e il romagnolo fanno parte. Durante il periodo romano, Sassuolo insieme a tutta la fascia pedecollinare a nord, fino ai comuni di Formigine e Castelnuovo Rangone, oltre che l’area adiacente ai fiumi Secchia e Panaro, verrà riservata al pascolo e allo sfruttamento del bosco. Alla caduta dell’Impero Romano il territorio subì le incursioni barbariche e vi si stanziarono, nel 568 d.C., i Longobardi che organizzarono i loro domini in Ducati.
Il borgo di Sassuolo venne citato per la prima volta in un atto notarile nel 980 d.C. ma le sue origini sono più antiche. Nel 1039, Sassuolo entrò a far parte dei domini di Bonifacio di Canossa, passati poi nel 1076 alla figlia Matilde. Alla morte di quest’ultima, il borgo riuscì ad ottenere l’indipendenza sia da Modena che dai nuovi sovrani di Toscana, divenendo libero comune. Nel 1178 i sassolesi strinsero un patto di alleanza con il comune di Modena, poi rinnovato nel 1187. Nei secoli successivi passò sotto il dominio di varie famiglie, dai Della Rosa agli Estensi di Ferrara, dai Pio fino al ritorno degli Estensi che ridiedero slancio alla città concedendo nuovi privilegi alla popolazione e trasformando Sassuolo come centro di villeggiatura. Dal 1609, sotto il governo di Cesare d’Este, la moglie e i figli del duca andarono a vivere nella cinquecentesca Palazzina della Casina per beneficiare dell’aria salubre che si respirava, mentre sotto Francesco d’Este (1629-1658) fu trasformato il Castello dei Pio in un vero e proprio palazzo con affreschi commissionati al pittore francese Jean Boulanger e le tele ad artisti quali il Guercino e Salvator Rosa. I successori di Francesco I° contribuirono ulteriormente all’abbellimento del Palazzo Ducale e del paese intero.
Alla fine del 1796 Sassuolo fu occupata dai francesi di Napoleone Bonaparte, attraversando un periodo di crisi anche a causa delle lotte intestine tra filo francesi e contrari. Nel 1814, sconfitto Napoleone, il ducato di Modena, con Sassuolo, tornò per l’ennesima volta agli Estensi. Il nuovo duca Francesco IV tentò di restaurare l’equilibrio politico del periodo prenapoleonico, ma incontrò l’opposizione dei sassolesi, che desideravano l’Unità d’Italia. Il suo successore, Francesco V, abdicò l’11 giugno 1859, ponendo fine per sempre al dominio degli Estensi su Sassuolo.
Sassuolo presenta un territorio in parte pianeggiante e, in parte, collinare, nella media Valle del fiume Secchia.
Un elemento caratterizzante il suo territorio sono i calanchi, argille scagliose a conformazione variabile, che hanno determinato lo sviluppo economico e industriale della moderna Sassuolo, grazie alla produzione di ceramica di cui Sassuolo è una delle capitali mondiali di produzione.

Visitare Sassuolo è interessante. Vi si trovano architetture nobiliari come il Palazzo Ducale, già residenza estiva dei Duchi di Modena, con il suo grande Parco, la Peschiera Ducale chiamata il “fontanazzo” e il viale prospettico che porta al Casino Belvedere dove si trovano pitture raffiguranti le Ville degli Estensi. La Palazzina Casiglia (1560), il Teatro Carani, la Villa Giacobazzi (XVII secolo), il Castello di Montegibbio (X secolo). Interessanti anche alcune Piazze cittadine, tra cui la cinquecentesca Piazza Piccola (oggi Garibaldi) con la Torre dell’Orologio; Piazza Grande (oggi piazza dei Martiri Partigiani), anch’essa cinquecentesca, con la Chiesa di San Giorgio (XIV secolo) e la Guglia dei Pio; Piazzale della Rosa, su cui si affacciano il Palazzo Ducale e la Chiesa di San Francesco in Rocca (XVII secolo); Piazzale Porrino, con la Chiesa di Sant’Anna (XVII secolo) e fontana.
Nelle vicinanze di Sassuolo, per gli amanti della vacanza attiva, ci sono il “percorso natura del Secchia”, da Sassuolo a Pescale, lungo le sponde del fiume, e la “via dei vulcani di fango” comunemente noto come quello delle Salse di Nirano, che comprende, oltre a Sassuolo, i comuni di Fiorano Modenese, Maranello e Viano. Nel comune di Sassuolo, le Salse sono presenti nella frazione di Montegibbio, più precisamente in località La Campagna, a 275 metri di altitudine. E’ un fenomeno geologico che ha origine da depositi di idrocarburi principalmente gassosi, in particolare metano, in comunicazione con la superficie del suolo attraverso fratture della cupola di giacimento: il gas esce sospingendo e trascinando verso l’alto le acque sotterranee salate legate al deposito gassoso. Le argille stemperate che vengono portate in superficie si depositano intorno all’apertura formando i tipici coni.
Naturalmente meritano una visita Modena ed il Museo Ferrari a Maranello.
Per i gastronauti suggeriamo le specialità sassolesi: il “Sassolino” sorta di zampone cucito con cotenna di gola di maiale, ma anche di pancetta o di lardo in alternativa; lo gnocco fritto, le crescentine, le strie (focaccia tipica), il bensone, i tortellini, il cotechino, l’erbazzone, l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, il Parmigiano Reggiano, il Prosciutto di Modena DOP al Lambrusco, il Nocino, la “Sassolina un liquore di anice che viene usato sia nell’impasto dei dolci qui prodotti che per “correggere” il caffè.
Le Terme della Salvarola, conosciute già in epoca romana, ebbero un grande successo durante il Medioevo, frequentate anche da Matilde di Canossa, ed hanno, nel tempo, confermato la loro fama e la loro utilità terapeutica.

Le acque

Le acque che alimentano le Terme della Salvarola sono di tre tipi diversi: salsobromoiodico, solfo- bicarbonato-magnesiaca, sulfurea.

Indicazioni terapeutiche

Le acque salsobromoiodiche hanno azione di stimolazione del sistema endocrino, ma anche cicatrizzante, anti-infiammatoria e antisettica, la rende idonea per il trattamento di osteoporosi, osteoartrosi e affezioni del sistema respiratorio.
Le acque solfo-bicarbonato-magnesiache svolgono azione mucolitica, epatoprotettiva e antiedemigena, è indicata per la cura di dispepsia, malattie dermatologiche, flebopatie degli arti inferiori, osteoartrosi e infiammazioni acute o croniche dell’apparato respiratorio.
L’acqua sulfurea svolge azione antiinfiammatoria, stimolante del microcircolo sanguigno, anti-catarrale e di regolazione della motilità capillare, è adatta per patologie dell’apparato respiratorio, della cute e per le affezioni a carattere reumatico.

Le cure ed i trattamenti

Presso le Terme della Salvarola si praticano le seguenti cure e trattamenti:

  • Cure Inalatorie: Inalazioni, Aerosol, Humage e Nebulizzazioni
  • Cure per la Sordità Rinogena
  • Fanghi
  • Bagni
  • docce rettali
  • Bagni Dermatologici
  • Idromassaggi e percorsi vascolari
  • Idropinoterapia con “bibita”
  • Irrigazioni vaginali
  • Ventilazione polmonare
  • Fisioterapia, attraverso terapie manuali e fisiche, idrokinesi
  • Trattamenti di medicina e chirurgia estetica

Cosmesi

Creme e sieri ai vinaccioli, alla zucca e alla ciliegia, detergenti e maschere, sono solo alcuni degli esclusivi prodotti della Linea Cosmetica Terme della Salvarola.

Come raggiungerci

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