Località termali attiveEmilia Romagna

Minerbio BO – Terme Acquabios

Minerbio si snoda ancora oggi attorno al vecchio borgo medievale e al complesso della Rocca Isolani, capolavoro dell’architettura bolognese del XVI secolo, impreziosito dagli affreschi di Amico Aspertini e visitabile su richiesta o in occasione di eventi. All’interno del complesso e accanto alla Rocca sorge il cosiddetto “Palazzo Nuovo”, opera della metà del Cinquecento dell’architetto Bartolomeo Triachini, con l’ampio cortile che fa da cornice all’elegante mole della torre Colombaia, attribuita a Jacopo Barozzi, detto il Vignola.
La sua storia si intreccia sin dal XV secolo a quella della famiglia Isolani, ricchi commercianti di seta, che prima acquistarono vari possedimenti terrieri a Minerbio e poi, dopo l’appoggio dato ai Visconti nel 1402 per la conquista di Bologna e la cacciata della famiglia Bentivoglio, ottennero il diploma visconteo che, ancora oggi, rappresenta il primo documento attestante l’investitura feudale degli Isolani a Minerbio.
Agli inizi del XV secolo fu realizzata la Rocca Isolani che fu distrutta dai Lanzichenecchi (1527) e ricostruita successivamente. La rocca contiene capolavori d’arte, una villa seicentesca e l’elegante Torre della Colombaia (1536).
Nel 1524, con l’investitura di Papa Clemente VII, Minerbio divenne una contea di proprietà di Giovanni Francesco Isolani e dei suoi eredi in perpetuo, con un’estensione territoriale ancora più grande di quella ottenuta con l’investitura viscontea. Tuttavia il contrasto con il senato bolognese continuò fino a quando, nel 1734, gli Isolani, dopo vari scontri, persero i loro antichi diritti ed i loro territori assegnati alla comunità di Minerbio. Nel corso dell’Ottocento lo sviluppo del paese fu lento ma costante: al settore agricolo si andò affiancando un nascente settore industriale, con la fondazione di un canapificio (attivo fino al 1878), una tipografia e un’officina per la produzione di oggetti disparati, dagli orologi alle armi da fuoco. Già dal 1855 Minerbio era dotata di un suo medico per i poveri, di maestri per la scuola e di un servizio postale; erano presenti inoltre caffè, locande e botteghe di vario genere.
Dell’abitato antico è ancora visibile la medioevale Porta di ingresso alla città che, un tempo, era munita anche di ponte levatoio, oggi inesistente.Da visitare la Chiesa di San Giovanni Battista (XVIII secolo) con le sue tre cappelle ed opere d’arte attribuite alla scuola di Guido Reni, al Salgazzi e a Giuseppe Mazza.
La Rocca, di origine trecentesca, ha subito diverse distruzioni e ricostruzioni nel corso dei secoli. Contiene, al suo interno, decorazioni di Amico Aspertini della metà ‘500 e varie sale riccamente allestite (Sala Marte, Sala dell’Astronomia, Sala di Ercole). Il complesso è arricchito da Villa del Triachini (Palazzo Nuovo) con le sue logge e dalla ottagonale Torre della Colombaia (1536) attribuita per le sue forme architettoniche e soprattutto per la bellissima scala lignea elicoidale interna al noto architetto Jacopo Barozzi detto il Vignola.
Un altro e splendido esempio di architettura fortificata presente sul territorio è il castello dei Manzoli nella frazione di San Martino in Soverzano. Costruito nella prima metà del XV secolo e fortemente ristrutturato nel XIX sotto la direzione di Alfonso Rubbiani, è uno splendido esempio di edificio neogotico bolognese.

Sulla strada verso Budrio, di particolare interesse è la Pieve di San Giovanni in Triario con tele attribuite a Daniele da Volterra e un’antichissima vasca battesimale. La pieve inoltre ospita la Mostra permanente della Religiosità Popolare, visitabile su richiesta. Nei dintorni si trovano anche l’Oasi naturalistica di Mezzolara, nella valle Benni, dove si possono osservare e incontrare facilmente aironi, anatre, vari tipi di rapaci notturni, e le ville della “Versailles Bolognese”, Bagnarola di Budrio. Già residenza dei signori bolognesi, ancora oggi vede straordinarie testimonianze architettoniche come Villa Ranuzzi Cospi e il Castello dei Bentivoglio, che si possono osservare dall’esterno.
La tradizione gastronomica locale è quella della “bassa bolognese”, fatta di pasta fatta in casa (tortellini, tortelloni, tagliatelle, strozzapreti, pappardelle, cappellacci) unite a condimenti con i prodotti della terra (asparagi, funghi, spinaci, patate e altre verdure) e con sughi a base di carne, cacciagione e pesci di acqua dolce e di mare.
Dal 2013 è attivo il Centro Termale “Acquabios”.

Le acque

Il centro termale sfrutta la nuova fonte termale bicarbonato-alcalina-solfurea. L’acqua termale che alimenta queste Terme ha una genesi antica centinaia di anni, con un bacino di alimentazione remoto (parte dal medio Appennino tosco-emiliano) che lentamente si arricchisce di elementi e le conferisce il caratteristico colore giallo alla fonte.

Indicazioni terapeutiche

Queste acque termali prevengono e curano in modo particolare i vasi sanguigni e quindi le insufficienze circolatorie (cellulite compresa), le vasculopatie, l’arteriosclerosi, le reumoartropatie, l’osteoporosi, le osteoartrosi e i reumatismi. E ancora inestetismi della pelle e patologie dermatologiche. L’équipe medica delle Terme Acquabios comprende specialisti come angiologo, cardiologo, diabetologo, fisiatra, oculista, ortopedico e altri. Il complesso sanitario è inoltre presidio di medicina fisica e riabilitazione per prestazioni manu medica, training fisico, fisioterapia, prestazioni strumentali.

Le cure ed i trattamenti

Oltre alle cure inalatorie per patologie dell’apparato respiratorio (inalazioni e aerosol), tra le cure termali offerte ci sono:

  • riabilitazione attiva o passiva in piscina termale, per interventi post-chirurgici o post-traumatici
  • balneoterapia (bagni termali terapeutici e training di gruppo) contro reumoartropatie, artrosi, reumatismi e fibromialgie
Nel centro, inoltre, si fanno massaggi e trattamenti per il corpo, trattamenti di medicina esteticae nutrizionale e diete mitocondriali.

Come raggiungerci

Leggi tutto
Pulsante per tornare all'inizio