Vicopisano è situato tra il corso dell’Arno, che ne delimita il confine meridionale ed il Monte Pisano, che ne demarca quello settentrionale. Non è improbabile che il colle fosse già abitato in epoca etrusca, come testimoniano reperti ceramici databili al V secolo a.C. rinvenuti nella zona. In virtù di tale posizione strategica, l’insediamento diventò già nel X secolo un un insediamento fortificato, per poi divenire, nei cinque secoli successivi, una delle roccaforti militari più rilevanti nella zona di Pisa.
Nel corso del XII secolo, sotto il dominio pisano, i borghi, cresciuti all’esterno del piccolo castello sommitale, cominciano ad ingrandirsi ed a far assumere all’insediamento i toni e le caratteristiche urbanistiche di una piccola città, con domus in pietra verrucana, torri svettanti e massicci palazzi anch’essi in pietra, con una probabile prima cinta muraria che andò ad abbracciare nel suo circuito anche i borghi (Maggiore e Maccione) sorti esternamente alla prima, ristretta cinta muraria.
Tra il XIII e XIV secolo, dopo quasi cento anni di guerre, battaglie, scontri, saccheggi e pestilenze (1348), che avevano spopolato ed impoverito il contado pisano e la stessa città di Pisa, Vicopisano cadde alla metà di luglio del 1406 in mano a Firenze, che ebbe in questo modo un più facile accesso diretto alla città di Pisa, (caduta nell’ottobre dello stesso anno) ed al suo porto. Firenze sfruttò a proprio vantaggio la posizione strategica di Vicopisano, rifortificandola e per mantenerne un più saldo controllo fu costruita la Rocca del Brunelleschi, progettata a partire dal 1434 dal grande architetto Filippo Brunelleschi, che lasciò così un’impronta indelebile nelle fortificazioni vicaresi e nell’aspetto di ampie porzioni del castello, che fu modificato e in parte distrutto per meglio servire agli scopi difensivi previsti dal Brunelleschi.
Salvo brevi periodi (1494-1498 e 1502-1503) Vicopisano rimase in possesso di Firenze. Con la formazione del Granducato di Toscana cessarono le guerre intestine che avevano segnato il destino e l’importanza di molte fortezze e castelli interni, ma soprattutto con la deviazione del corso dell’Arno, portata a compimento a partire dal 1560 con l’intento di migliorare la situazione della zona, si modificò radicalmente l’ambiente, determinando la trasformazione dell’antica fortezza in centro agricolo e mettendo fine, così, all’epoca d’oro del borgo. Attualmente Vicopisano è caratterizzato dalla presenza di centri di produzione di ceramica, meccanici e di imbottigliamento di acqua minerale. Assai numerosi sono gli artigiani del legno (mobili e cucine) che, soprattutto negli ultimi anni, hanno rivolto la loro attività verso le produzioni legate alla cantieristica navale, presente nelle vicine Pisa e Viareggio. La produzione agricola è rivolta soprattutto verso la produzione di olio di oliva ed alle colture cerealicole.
Nonostante le sue ridotte dimensioni, Vicopisano possiede un patrimonio di monumenti medievali veramente notevole, tra cui si possono annoverare 12 torri (XI-XV secolo), due palazzi medievali del XII secolo, una rocca medievale progettata dal Brunelleschi, una chiesa romanica anch’essa del XII secolo alla quale si deve aggiungerne un’altra, S. Jacopo in Lupeta, posta nelle immediate vicinanze. La Pieve di Santa Maria, la Pieve di Santa Giulia a Caprona, la Chiesa di Sant’Andrea Apostolo, la Chiesa di San Jacopo a Lupeta, la Pieve di San Giovanni Evangelista, la Chiesa di San Martino al Bagno, la Chiesa ed il Monastero di San Michele alla Verruca, Palazzo Pretorio, Palazzo della Vecchia Posta, Palazzo Redini (a Uliveto Terme), Villa Fehr, Villa Rita (in Loc. Noce). Oltre alla Rocca del Brunelleschi, la Torre del Soccorso, la Torre dell’Orologio, la Torre Malanima, la Torre dei Seretti, la Torre Gemella, la Torre delle quattro porte, la Torre dei Boncetani (o del cipresso).
A Vicopisano, in località Uliveto, si trovano le Terme, già note nel passato quando l’acqua proveniente dal Monte Pisano, sgorgava nel “bagno antico”. Il Parco e lo stabilimento termale furono ricostruiti dopo la seconda guerra mondiale. L’acqua Uliveto, imbottigliata, è nota in tutta Italia. Questa prestigiosa Fonte, conosciuta da sempre dagli agricoltori e dalla gente dei paesi vicini era infatti anche chiamata “il Bagno antico“, e la notizia storica in cui viene documentata per la prima volta la sua importanza – riportata da Ludovico Antonio Muratori (1672-1750) – risale molto probabilmente all’anno Mille. L’acqua di Uliveto è una componente fondamentale per la reintegrazione idrico-minerale nelle diete atletiche e figura fin dal 1992 come acqua ufficiale dell’Italia ai giochi olimpici e, più recentemente, della Nazionale di calcio.
Le acque
L’acqua che alimenta le Terme di Uliveto, già nota in passato quando affiorava nel cosiddetto “bagno antico”, scaturisce dalle pendici del Monte Pisano ed è principalmente bicarbonato-alcalino-ferrosa.
Indicazioni terapeutiche
Le principali patologie che possono essere curate grazie alle acque termali delle Terme di Uliveto riguardano le patologie dell’apparato gastro-intestinale, calcoli e patologie del fegato e delle vie biliari, malattie del sistema muscolare, patologie dell’apparato scheletrico. E ancora invecchiamento, convalescenze e sistema linfatico.
Le cure ed i trattamenti
Tra i principali trattamenti termali che le Terme di Uliveto offrono spiccano le cure idropiniche.