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Tivoli (RM) – Terme Acque Albule

L’origine della città è riconducibile al 1215 a. C. e, nella sua storia, è stata meta preferita di scrittori, poeti, pittori, aristocratici che ne hanno apprezzato ed esaltato le bellezze ambientali, archeologiche e storiche. Virgilio, nell’Eneide, già parlava dell’antica città come “Tibur Superbum” ed essa rappresentò per secoli un punto di convergenza tra popoli diversi così come testimonia il Santuario di Ercole Vincitore (II° sec. a.C.) dedicato al dio protettore dell’antica Tibur e di recente recuperato come risorsa archeologica o come testimoniano il Ponte Lucano e la circolare tomba dei Plauzi, porte di accesso dell’antica Tibur.
Molte altre sono le prestigiose testimonianze del glorioso passato di questa area sub-urbana della Roma imperiale come il Tempio della Sibilla e tutti gli altri edifici religiosi sull’acropoli di epoca romana e la Cattedrale di San Lorenzo che la leggenda fa risalire addirittura all’imperatore Costantino.
L’attuale immagine di Tivoli è legata alle tre magnifiche ville che caratterizzano la città: la spettacolare Villa d’Este, gioiello architettonico del Rinascimento italiano e Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco; Villa Adriana, testimonianza archeologica della grandezza imperiale romana, fatta realizzare dall’imperatore Adriano tra il 118 ed il 138 d.C., anche essa Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco; e Villa Gregoriana, una splendida oasi di natura e architettura voluta da Papa Gregorio XVI e realizzata ai piedi dell’acropoli, oggi gestita dal FAI.
Sul piano enogastronomico la cucina locale trae origini dal mondo contadino e dalla pesca di fiume, grazie alla presenza dell’Aniene.
Tra i prodotti tipici locali vanno citati la produzione di uva da tavola “pizzutella”, di alta qualità e conosciuta anche come uva a corna per la sua curiosa forma ovale; l’olio extravergine “Terre Tiburtine” la cui produzione ha origini già dai tempi dell’impero romano e che si caratterizza per il suo colore giallo oro con sfumature sul verde, con sapore fruttato e leggermente piccante. Così come nell’antichità (se ne trovano testimonianze diffuse in varie ville ed in vari laghetti artificiali di epoca romana a Tivoli) l’allevamento di pesci d’acqua dolce (in primis le trote Fario), nelle “peschiere”, è tradizione produttiva e gastronomica della città. Altri piatti tipici locali, oltre a quelli di influenza romana o abruzzese, sono la “scafata” una zuppa a base di verdure e con una forte connotazione contadina legata all’utilizzo dei prodotti locali genuini, come fave, piselli, carciofi, patate, cipollotto e aglio; la “Pizza Giulia” (o pizza cresciuta) tipico dolce pasquale con uova, zucchero, alchermes, vermouth bianco, olio di oliva, anice, limone ed aranci uova, zucchero, alchermes, vermouth bianco, olio di oliva, anice, limone ed aranci; o il natalizio “Pangiallo” a base di miele, frutta secca, uva sultanina, cacao amaro, cioccolata fondente e scorze di arancia.

Oggi nella zona di Tivoli Terme sono presenti le famose Terme Acque Albule, che devono la loro grandezza alla terapeutica e biancastra emulsione gassosa (da qui il nome Albule) creata dal processo tra l’anidride carbonica e l’idrogeno solforato. Plinio il Vecchio ne parla come il miglior luogo di cura per i soldati feriti in battaglia, che tornavano puntualmente risanati. Citate anche da Virgilio nell’Eneide, furono apprezzate da ben tre imperatori: Augusto se ne giovava per la cura della gotta, Nerone ne fece confluire le acque fino alla Domus Aurea, mentre Adriano le utilizzò per alimentare le piscine della sontuosa Villa Adriana a Tivoli. Il potente cardinale Ippolito d’Este si fece assegnare dal Papa il governo della città di Tivoli proprio per beneficiare comodamente delle sorgenti delle Acque Albule.

Le acque

Le Acque Albule sono di tipo sulfureo, ipotermale. Conservano il nome che fu dato loro sin dall’antichità a causa del loro colore (dal latino “albula” che significa acqua di colore biancastro), dovuto all’emulsione gassosa che si forma in superficie, quando, al diminuire della pressione, si liberano l’anidride carbonica e l’idrogeno solforato prima disciolti nell’acqua.
Le acque minerali che scaturiscono dai due laghi Regina e Colonnelle, a nord della via Tiburtina, giungono alle terme alla temperatura di 23°C.

Le indicazioni terapeutiche

Risalgono al XIX secolo le analisi chimiche che confermarono i poteri terapeutici di quest’acqua ricca di zolfo, un potente antibatterico naturale che ha effetto antinfiammatorio. Per tal motivo queste acque sono benefiche in caso di patologie circolatorie, della pelle, dell’apparato locomotore, dell’apparato respiratorio e ginecologico.

Le cure e i trattamenti

Se un tempo alle Terme di Roma erano in auge le inalazioni a base di vapori termali oggi i principali trattamenti eseguiti sono anche:

  • la fango-balneoterapia
  • l’aerosol
  • le docce nasali
  • le inalazioni caldo umide
  • le insufflazioni
  • irrigazioni nasali
  • le nebulizzazioni
  • il politzer crenoterapico
  • la medicina estetica
  • i massaggi
  • le discipline orientali
  • i trattamenti viso e corpo

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