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Sèn Jan di Fassa (TN) – Terme della Val di Fassa

Dal 1 gennaio 2018 nasce il Comune di Sèn Jan di Fassa, dalla unione amministrativa di Pozza e Vigo di Fassa. Vigo di Fassa, appoggiato su un ampio e soleggiato terrazzamento, domina la Valle e, nel passato, ha svolto il ruolo di capoluogo della zona e centro religioso della Valle, così come dimostrano la fondazione della Pieve di Fassa, la Chiesa di Santa Giuliana sul colle e la istituzione, in epoca Longobarda, della Masseria di Corte.

A Vigo ci sono il Museo “Ladin de Fascia” e “l’Istitut Cultural Ladin” in cui si custodiscono e valorizzano gli aspetti originali della cultura “ladina”. Da visitare anche il borgo di Tamion, in splendida posizione panoramica e dove si respira l’aria degli antichi mestieri agricoli e di montagna.

Con la moderna funivia si può raggiungere comodamente la Conca del Ciampedie a 2000 metri slm e, da lì, fare escursioni panoramiche o andare a sciare nella Sky area del Catinaccio.

Pozza di Fassa, coronata da Cima Undici e Cima Dodici, è formata dall’unione di due centri abitati, Pozza e Pera, situati in una conca alluvionale nel centro della Val di Fassa, a cui si aggiungono i borghi di Moncion e Ronch. A causa di due incendi (1896 e 1905) che la distrussero parzialmente, il paese di Pozza è stato quasi interamente ricostruito nel ‘900. Tra gli edifici più antichi che si sono conservati i resti di una antica fortificazione (XV-XVI sec.) “la Torn” (la Torre). Pozza è anche sede dell’Istituto Statale d’Arte, dove si sono formate generazioni di artigiani del legno, decoratori e artisti locali (tra cui lo scultore e guida alpina Toni Gross). A Pozza ci sono anche le sorgenti termali idrosolforose, sulla sinistra del fiume Avisio, note già nel medioevo.

Nelle vicinanze, a est, si trova la Valle di San Nicolò con la sua meravigliosa distesa di prati e dove si trovano ancora numerose baite e fienili di montagna, chiamati in ladino tieje, che in passato erano utilizzati per il deposito del fieno e come dimora stagionale degli abitanti che si recavano in alta montagna per la fienagione e l’alpeggio, e la rocciosa Val Monzoni, sin dall’Ottocento meta ambita dai geologi di tutto il mondo per la ricchezza mineralogica che la caratterizza, studiata fra gli altri dal geologo bergamasco Torquato Taramelli (1845-1922), al quale è intitolato il rifugio posto nella stessa Val Monzoni.  A sud il Comune è cinto dagli spettacolari Sas da le undesc e Sas da le doudesc, a nord la vista è coronata dal gruppo del Sassolungo, mentre a ovest svettano i campanili frastagliati del Larsech, appendice più orientale del gruppo del Catinaccio-Antermoia.

L’abitato di Pera, dove nacque Tita Piaz (grande scalatore e guida alpina, soprannominato “il diavolo delle Dolomiti”) è diviso nella parte alta ed in quella bassa ed è posto sulla destra dell’Avisio all’imbocco della Val del Vajolet, accesso naturale al paradiso alpinistico delle omonime Torri e alla spettacolare conca di Gardeccia.

Da non perdere la visita al Molin de Pèzol, antico mulino del 1800 perfettamente funzionante, oggi sezione locale del Museo Ladino di Fassa.

Moncion e Ronch, posti a monte di Pera fra i 1484 e i 1511 m di altitudine, conservano ancora numerose vecchie case, fienili pittoreschi e le fontane con la tipica copertura in legno e rappresentano uno dei pochi esempi ancora intatti di paese alpino tradizionale in Val di Fassa. Merita una segnalazione anche il nucleo abbandonato di Soal, lungo la strada che da Moncion sale alla conca di Gardecia: ora ridotto a pochi ruderi di case e tobié (fienili) di legno scuro, è un luogo ricco di suggestioni: il tempo sembra essersi fermato all’incanto delle leggende ladine, al tempo in cui bregostane e strie (streghe) si aggiravano misteriosamente su quei prati.

Pozza di Fassa è la base preferita per il turismo outdoor, grazie alla possibilità di praticare vari sport e arrampicate a diretto contatto con la natura. Le Torri del Vajolet, il Catinaccio, i Dirupi del Larsec e della Marmolada, offrono tante possibilità di escursioni alpine, così come nel fondovalle ci sono numerosi sentieri ben segnalati che portano a vedere baite, ponticelli sui ruscelli, cascatelle e prati, oltre che alle passeggiate nei boschi. In inverno, poi, la Val di Fassa è particolarmente frequentata per la tranquillità delle piste ed i suoi panorami, in particolare la Skiarea “Buffaure”, lo Ski Stadium Val di Fassa, dove si scia anche di notte, la pista di sci “Aloch” ed i percorsi per lo sci di fondo nel circuito della Marcialonga e dell’anello del Ciancoal.

Da Pozza di Fassa, inoltre, si possono visitare Moena in Val di Fiemme e Canazei in Val di Fassa. Un po’ più distante si può salire fino allo spettacolare Passo Rolle, fino a San Martino di Castrozza ed alle sue famose Pale.

Pozza di Fassa è una meta trentina ambita per chi vuol trascorrere le vacanze alle terme. Lungo il profilo delle Dolomiti, tra i boschi della Val di Fassa, scorre infatti la sorgente d’acqua termale Alloch. Grazie alla loro fonte naturale, ci sono le Terme Dolomie, le Terme Dolomiti e l’Aqua Park Vidor che  hanno raccolto questo prezioso flusso di benessere, per utilizzarlo in cure mediche, in cure benessere e relax.

Le acque

Le Terme della Val di Fassa si distinguono per l’uso dell’acqua termale del “bagn da tof” di Alloch. Queste acque sgorgano, alla temperatura di 9,5 °C, a quota m. 1320 s.l.m. dalle rocce sedimentarie del Bellerophon. Fonti dimostrano come già nel 1493 il Principe Vescovo di Trento, in soggiorno montano, scegliesse di farsi curare con le acque minerali di questa sorgente solfureo-solfato-calcico-magnesiaca-fluorata, le cui proprietà benefiche erano note fin dall’antichità.

Le indicazioni terapeutiche

L’acqua che sgorga dalle fonti di Pozza è indicata nella cura di patologie dell’apparato urinario, nella riduzione della colesterolemia e della glicemia, della stipsi, delle coliti croniche, nella cura all’osteoporosi, nella risoluzione dei processi infiammatori cronici e nel rafforzamento delle difese immunitarie locali. Essa ha inoltre effetto analgesico, miorilassante, decontratturante e antiinfiammatorio, stimolante dei processi metabolici e protettivi delle cartilagini, azione anti-infiammatoria dei seni paranasali, effetto cheratolitico degli strati superficiali della pelle e di riabilitazione della circolazione periferica.

Le cure e i trattamenti

Le modalità d’utilizzo dell’acqua termale di “Alloch” sono

  • la cura idropinica
  • la cura inalatoria per mezzo di getto diretto
  • aerosol micronizzato
  • doccia nasale o humage
  • la balneoterapia
  • la fangoterapia attraverso soft pack, termocoperta o lettino
È possibile inoltre fare bagni termali in vasca idromassaggio, bagni termali idroterapici con ozono, bagni termali idroterapici con massaggi subacquei, utilizzare la grotta termale con cascatelle rigeneranti, la nebulizzazione in bagno a vapore, i getti alternati per la stimolazione della circolazione, la doccia termale nebulizzata, il lettino effervescente con acqua termale, il percorso vascolare e la piscina riabilitativa.

Come raggiungerci

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