Il nome originario di questo insediamento paleo-veneto, antecedente alla fondazione di Roma, era “Calidarium”. Durante il periodo Romano, le sue acque termali calde, vennero conosciute come “Acque della Bellezza”, alimentate da più sorgenti ed indicate come “Terme di Giunone”, probabilmente per la presenza di un tempietto dedicato a Giunone sul Monte Rocca dove, recenti scavi archeologici, hanno portato alla luce testimonianze risalenti all’età del Bronzo (XVI-XIII sec. a.C.).
In epoca romana l’impianto termale constava di tre settori: il tepidario (sala per l’ambientamento), il calidario (sala riscaldata, con due vasche, una calda e una fredda) e il frigidario (sala non riscaldata e con una vasca di acqua fredda). A questo complesso vennero poi aggiunti, specialmente in epoca imperiale, palestre, giardini, biblioteche e altro, creando una sorta di centro abitativo per la salute nel senso più ampio del termine.
Si hanno poche altre notizie sul periodo in cui queste terre furono sotto il dominio dei Romani e dei Longobardi. Quello che è certo è che l’invasione dei barbari e le frequenti carestie, assieme a una serie di eventi naturali, inondazioni e terremoti, provarono duramente gli abitanti di queste terre e ne misero in crisi la fragilissima economia. Durante il Medioevo, a causa della ostilità della Chiesa verso l’esibizione della nudità e, quindi, verso la frequentazione promiscua delle Terme, le acque termali vennero usate non più a scopo curativo, ma per la macerazione del lino. Da qui il nome Masera per la fonte dei Bagni di Giunone.
Nel 1206 i Vescovi di Verona cedettero l’area termale al Comune e ventisette anni dopo, nel 1233, Ezzellino
da Romano assalì il castello sul Monte Rocca conquistandolo. Da quel momento, l’amministrazione della città passò tra le mani di alcune tra le più influenti famiglia della zona, gli Scalingeri, i conti Nogarola e i Visconti, prima di finire sotto il controllo di Venezia. La Serenissima decise di riattivare l’impianto e la sua destinazione d’uso termale e concesse al paese statuti propri.
Le Terme di Giunone tornano in auge nel Quattrocento, quando la città di Verona stabilisce nei suoi statuti il divieto di utilizzare le acque termali della fonte Masera per macerare i panni e delibera, con un provvedimento del 14 luglio 1458 la risistemazione dell’antica vasca detta “Brentella”. Nel 1493 l’area termale viene recintata, affidata alla sovrintendenza di un gruppo di Provveditori e la vasca della Brentella assume la fisionomia che conserva ancora oggi.
Tra i personaggi illustri che frequentarono queste Terme, figura il marchese Federico II° Gonzaga che soggiornò a Caldiero nel 1524 come ricorda una lapide in latino incassata nella piscina della Brentella.
Il XVII secolo vide tramontare il modello di vita e cultura del Rinascimento cui fecero seguito crisi sociali ed economiche aggravate dal diffondersi di paurose epidemie. Anche il territorio veronese tra il 1628 e il 1631 fu toccato duramente dal flagello della peste che causò migliaia di morti: la paura del contagio, la severe misure dei Provveditori di Sanità della Repubblica di Venezia sulle merci e sulla promiscuità delle persone cambiarono notevolmente le abitudini e il tenore di vita consueti, determinando anche l’abbandono della pratica terapeutica con le acque minerali. Così anche le terme di Caldiero, dopo un secolo di grande successo, persero progressivamente di importanza e solo nel 1795 l’Accademia di Agricoltura Commercio ed Arti di Verona cercò di rivalutarle pubblicando il lavoro di due medici veronesi, Barbieri e Bongiovanni, vincitori del concorso per la migliore illustrazione delle terme.
Nel 1794 era stata anche costruita vicino alla Brentella una casa con vasche per bagni isolati. Ma in quel periodo la provincia di Verona era invasa dagli eserciti francesi ed austriaci e lo stesso territorio di Caldiero fu teatro, tra il 1796 e il 1813, con la presenza di Napoleone, di importanti battaglie, come testimonia l’incisione del nome Caldiero nell’arco di Trionfo di Parigi. Non esistevano quindi condizioni favorevoli per la rinascita delle terme, che rimasero in abbandono per altri decenni. Solo nel 1845 iniziarono i lavori di ristrutturazione della Brentella: i gradini di marmo vennero sistemati, le acque depurate, furono costruiti alcuni stanzini adibiti a spogliatoi e una copertura di tela. Anche l’altra piscina medioevale “Cavalla” fu sistemata e la casa adiacente fu adibita locanda, mentre già da alcuni anni esisteva una strada che collegava il paese al complesso termale.
Oltre alle terme, la città offre, a chi la visita, la splendida Villa Faccioli – Loredan risalente al XVI secolo e la Villa da Prato, con origini duecentesche, si possono ammirare ancora oggi gli elementi settecenteschi, risalenti alle ristrutturazioni effettuate durante il XVII secolo. Si consiglia di visitare anche il Parco della Rocca, al cui interno si trovano gli edifici denominati il Castello e la Rocca; la Chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Mattia; la Chiesa di San Lorenzo Martire (XVI secolo) a Caldierino; la chiesetta di San Pietro in Colle. La città di Caldiero si trova vicino a Verona e Vicenze, stupende città d’arte da visitare almeno una volta nella vita ed essendo situata sulla riva del Lago di Garda, si presta perfettamente per soggiorni estivi. A pochi chilometri troviamo anche Gardone Riviera, dove si trova il Vittoriale degli Italiani, la villa-mausoleo fatta costruire da Gabriele D’Annunzio.
Le aziende agricole, di gestione familiare storico, lavorano la campagna tipica della valpadana con produzione di viticultura, frutteto e seminativi. In particolare la zona è identificata per la produzione del vino “Arcole D.O.C.”.
Le acque
L’acqua termale presente a Caldiero è ipotermale, medio minerale, bicarbonato, solfato calcio, magnesiaca, con presenza di metalli alcalini, stronzio, cloruri e fluoruri. Sgorga alla temperatura costante di 26,4°C. Secondo gli studi le acque della sorgente Brentella delle Fonti di Giunone sono adatte per le terapie inalatorie, idropiniche e stimolanti la digestione. L’acqua Giunone imbottigliata a Caldiero è fra le migliori in Italia per la nutrizione dei lattanti.
Indicazioni terapeutiche
Le acque che sgorgano dalla sorgente di Caldiero hanno effetti diuretici e disintossicanti del fegato e delle vie biliari, calmanti ed antispastici delle vie urinarie, riequilibranti dell’acidità a digiuno ed eccito-secretoria a stomaco pieno, protettivi delle mucose gastriche, digestivi, rilassanti della muscolatura biliare e gastro-intestinale e stimolante delle funzioni epato-biliari e utili per alcune patologie della cute.
Le cure ed i trattamenti
Cure Idropiniche: le acque termali di Caldiero sono particolarmente consigliate, grazie alla loro elevata tollerabilità sulle mucose oculari e sulla cute e per lo loro comprovata efficacia a livello gastro-intestinale, epatico, renale e soprattutto la notevole azione che svolgono sul colon. Si pratica la rinoterapia con aerosol e inalazioni.
Balneoterapia nelle piscine Brentella e Cavalla: l’acqua fa bene a chi ha problemi di psoriasi, ma anche a chi è affetto da dermatite atopica, cioè eczema, magari accompagnata da fototerapia (esposizione al sole).