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Viterbo – Terme dei Papi e Terme Bagnaccio

La città ha antiche origini etrusche, posizionata nella Tuscia laziale entrò a far parte del dominio romano e fortificata dai Longobardi nell’VIII secolo nel loro tentativo di conquistare Roma.
Grazie alla costruzione della romana “Via Cassia” vide fiorire i commerci e le attività termali di cui la zona era, ed è, ricca, diventando così una delle mete vacanziere preferite dalle più ricche famiglie romane che cominciarono a investire su Viterbo e a implementarne quindi, massicciamente, l’edilizia, l’allevamento e l’agricoltura. Grazie alla via Francigena ed alla Cassia la città divenne tappa trafficata dai fedeli e nel 1145
il pontefice Eugenio III elesse la città come sede del suo papato, rivoluzione che generò, da un lato, un notevole arricchimento economico e culturale per la città, ma, dall’altro, sviluppò anche feroci ostilità con Roma, che sfociarono in diverse battaglie. E’ considerata la “Città dei Papi”: nel XIII secolo fu sede pontificia ed il suo Palazzo Papale, il monumento più importante della città, ospitò vari Papi, tra cui Alessandro IV che trasferì la Curia papale a Viterbo a causa del clima ostile di Roma. Bella la visita al Palazzo ed alla loggia, con un’ampia scalinata, il salone del Conclave e altri ambienti.
Nelle vicinanze si trova la Cattedrale di San Lorenzo, con la sua torre campanaria gotica, affreschi e un fonte battesimale del XV secolo. Il Museo Colle del Duomo ospita manufatti archeologici e una collezione d’arte sacra. Il Palazzo dei Priori è il municipio affrescato in Piazza del Plebiscito.
Viterbo ha tanta storia e bellezza da visitare, a partire dal suo grande centro storico fortificato con mura possenti e torri (1095-1268) ed i suoi quartieri medioevali con chiese, chiostri, torri, fontane in peperino (tipica pietra locale) racchiuse all’interno delle otto porte della città. Da visitare anche la Chiesa di San Giovanni Battista, Villa Lante a Bagnaia, Santa Maria della Quercia, la Necropoli di Castel d’Asso e, nella frazione di San Martino al Cimino, l’Abbazia ed il centro storico seicentesco realizzato, tra gli altri, anche dal Borromini.
Anche dal punto di vista geologico Viterbo è interessante. Il centro storico della città è attraversato, scavate nel tufo, da tantissime gallerie sotterranee scavate che, attraverso una rete di cunicoli e camminamenti, mettono in comunicazione molti edifici del centro storico. Oggi sono utilizzate come cantine e sono per lo più private.
Viterbo è anche il capoluogo della Tuscia alto laziale. In questa area ci sono tantissimi borghi e siti archeologici da visitare. Consigliamo Montefiascone, Bagnaia, Canino, Civita Castellana, Acquapendente, Tuscania, Tarquinia, Caprarola. Inoltre la Tuscia viterbese è ricca di necropoli etrusche (tra cui Castel d’Asso, Vulci, Norchia), ville giardini (tra cui Villa Lante, Villa Farnese a Caprarola, il Castello Ruspoli a Vignanello, il Parco dei Mostri a Bomarzo), i laghi di Vico, Bolsena e Mezzano, le Riserve Naturali del Lago di Vico e del Lamone.
La tradizione della tavola locale è caratterizzata dai prodotti della terra, tra le cui eccellenze spiccano le nocciole, i funghi e le castagne dei Monti Cimini, l’olio extravergine di Canino,le patate di San Lorenzo Nuovo, le lenticchie di Onano, i fagioli di Sutri, il finocchio selvatico e la mentuccia, il pesce di lago, le carni locali.

Tra i primi piatti, conditi con sughi robusti di carne o cacciagione, si distinguono i lombricelli, gli gnocchi, la pasta straccia, le fettuccine, le pappardelle, i ghighi. Zuppe di funghi e polenta variamente condita arricchiscono la tavola viterbese, insieme alle carni di agnello, manzo, maiale e di animali da cortile. Lepri e cinghiali sono d’uso comune nella cucina locale.
Anche la cucina di pesce d’acqua dolce è tradizione, grazie alla presenza nei laghi di Bolsena e Vico di varie specie ittiche, quali il persico reale, il coregone, i latterini, il luccio, la tinca, la carpa, le anguille. Da assaggiare la famosa “Sbroscia” una sorta di zuppa di pesce di lago, tipica della zona.
Viterbo, però, merita di essere visitata anche per la presenza delle Terme. Il suo bacino idrotermale ed idrominerale è molto vasto ed è costituito da varie sorgenti, tra cui quelle del Bulicame (58°C), Carletti e Bagnaccio. Attualmente le Terme di Viterbo sono strutturate con due stabilimenti moderni ed attrezzati (le Terme dei Papi e Salus Terme) e anche sorgenti di acqua termale libere (Piscine Carletti e Bullicame) ed il Bagnaccio, in aperta campagna e gestita da una Associazione, con diverse sorgenti ipertermali (65°-66°) e ipotermali (23°-29°), con notevoli emissioni di gas.

Le acque

Le acque di Viterbo provengono da diverse sorgenti, per lo più ipertermali (da 40°C ad oltre 56 °C) per la maggior parte sulfureo-solfato-bicarbonato-alcalino-terrose e ricche di sali di zolfo e bicarbonato di calcio. Le sorgenti più importanti sono quelle del Bullicame (58° C), già utilizzata fin dall’epoca romana e famose per la citazione che ne fa Dante nell’inferno e per i disegni di Michelangelo Buonarroti che riproducono l’ambiente termale; quelle carbonico – ferruginoso del Bagno del Papa; quelle del laghetto vulcanico del Bagnaccio, già note in antichità con il nome “Aquae Passeris” sono complessivamente di tipo solfato/bicarbonato/alcalino terrose debolmente solfuree, ipertermali e con le quali si producono fanghi di natura sorgiva (bianchissimo, usato per cure estetiche) e lavica (grigio, usato per la fangoterapia); la sorgente ipertermale delle Piscine Carletti (56° C); la sorgente delle Masse di San Sisto con due vasche, una di acqua calda (58° C) ed un’altra tiepida (18°C); la Fonte ipotermale Acqua Rossa (22°-24° C) ricca di acido carbonico al 99%. Oltre queste ci sono ancora tante altre fonti e sorgenti locali.

Le indicazioni terapeutiche

Le acque ed i fanghi sono preposti alla cura e alla prevenzione delle patologie dermatologiche (psoriasi, ulcere varicose, tromboflebiti e vasculiti, disturbi delle ghiandole sudoripare), alle affezioni croniche dell’apparato respiratorio e di quello osteoarticolare e anche nelle malattie della cute, dell’apparato genitale e malattie dismetaboliche.
Alcune sorgenti termali offrono benefici in campi differenti della medicina (ad esempio in gastroenterologia, angiologia, stomatologia), come avviene per la storica sorgente del Bagno del Papa che scaturisce da falde sottostanti lo stabilimento ed è impiegata nella cura delle vasculopatie periferiche.

Le cure e i trattamenti

Le principali cure e trattamenti che si trovano a Viterbo sono legate alla antro terapia (uso di vapore acqueo in grotte); alle cure idropiniche (con la somministrazione di acque oligominerali o bicarbonate per la cura di disfunzioni organiche al fegato, all’intestino, all’apparato digerente); ; insufflazioni con trattamenti inalatori per le cure di insufficienza tubarica dell’orecchio;

  • humages e emanazioni di gas naturali
  • politzer crenoterapico
  • ventilazioni polmonari
  • irrigazioni e docce interne
  • inalazioni
  • nebulizzazioni
  • aerosol
  • balneoterapia
  • fangoterapia
  • massaggi

Come raggiungerci

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